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2021 ESPANSIVO PER LE PMI LOMBARDE

Aggiornamento: 25 ott 2022


L’INDAGINE CONGIUNTURALE DEL CENTRO STUDI DI CONFAPINDUSTRIA LOMBARDIA REGISTRA FATTURATI E PRODUZIONE IN CRESCITA NEL QUARTO TRIMESTRE

PROSPETTIVE 2022 CONTRADDISTINTE DA TIMORI PER COSTI INDUSTRIALI ELEVATI

PRESIDENTE DALOLA «VICINANZA E SUPPORTO ALLE AZIENDE DETERMINANANTI PER OPERARE SU MERCATI IN TENSIONE E PER CONSOLIDARE LA RIPRESA»

Milano, 10 febbraio 2022 - Il quarto trimestre del 2021 si conferma positivo per le Pmi lombarde. A osservarlo è l'indagine congiunturale su un campione di trecento imprese associate (per oltre la metà metalmeccaniche o della gomma-plastica) curata dal Centro Studi Confapindustria Lombardia e che confronta i dati del trimestre in esame rispetto al precedente. I risultati dicono che per circa quattro imprese su cinque (86%) il fatturato è in crescita o stabile, così come gli ordini (85%) e la produzione (89%). A confermare quest’ultimo dato, il tasso di utilizzo degli impianti, stabile per la maggioranza delle imprese (67%). Nella fascia di utilizzo compresa tra il 95% e il 100%, gli intervistati che registrano un impiego stabile sale al 77%, al quale si somma un 8% che ha evidenziato un incremento significativo. Molto positivi anche i riscontri sull'occupazione (in crescita o stabile per il 96% delle imprese) e sugli investimenti (98% complessivo, circa metà del quale registra rafforzamenti). Resta alta la preoccupazione per i costi di produzione, in ulteriore crescita. «L’analisi di dettaglio delle due principali componenti di costo, l'energia e le materie prime, conferma un quadro reso ancor più preoccupante dalla non transitorietà dei rialzi, come ormai evidente da mesi - si legge nel rapporto -. I rincari sono marcati su base trimestrale per quanto riguarda l’energia al 67% di incremento, mentre le materie prime segnano una crescita del 79%». I rincari nei costi della produzione, sostenuti ormai sistematicamente dalle imprese, hanno imposto da mesi continue revisioni al rialzo dei listini applicati ai clienti.

Il 2021 Su base annua, il 2021 si chiude con risultati particolarmente positivi nei principali indicatori congiunturali. Fatturato e produzione crescono per circa sette imprese su dieci. Il mercato domestico si conferma essere il primo mercato di destinazione, con ampio distacco rispetto alle macroaree estere in termini di relazioni commerciali delle imprese associate. In Italia ordini e fatturato crescono (65% degli intervistati), ma si evidenziano difficoltà per due imprese su dieci. Restano buone anche le rilevazioni sui mercati esteri, dove si condivide una fase relativamente espansiva, ma prevale (soprattutto fuori dalla Comunità Europea) una generale stabilità.

Le prospettive per il primo semestre 2022 Le prospettive per i prossimi mesi suggeriscono prudenza. Il 41% delle imprese prevede la continuazione della crescita, il 47% del campione immagina una situazione stabile e il 12% teme una contrazione. Percentuali simili vi sono anche per il mercato europeo (intra ed extra Ue) mentre in America e Asia la percentuale di ottimisti è inferiore (26% e 22% le percentuali di coloro che prevedono una crescita anche per il semestre in corso). In tutti regna la preoccupazione per i costi dell'energia e le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime. «L’incertezza per i prossimi mesi porterebbe dunque, da un lato, ad implementare un atteggiamento prudenziale (incremento scorte) a fronte di previsioni di ulteriori rialzi; dall’altra parte, di un senso di attesa circa quanto potrà accadere» osserva il report. Due i timori che condizionano la visione future: da un lato la difficoltà di reperimento delle materie prime e dall’altro i costi di produzione. Tra le problematiche maggiormente avvertite sui mercati di approvvigionamento, tempo e costo sembrano di gran lunga prevalere sulle altre suggerite: i ritardi di consegna dei materiali hanno causato disagi non trascurabili a sette imprese su dieci, e sono previsti continuare con maggior sensibilità anche per i prossimi mesi. Ancora più decisivo l’aspetto economico: una elevata variabilità dei prezzi di acquisto, che come già detto si è tradotta in revisioni continue nelle quotazioni applicate a valle, ha accomunato sette imprese su dieci, ma andrà aggravandosi nel 2022. Per i prossimi mesi, le attese delle piccole e medie imprese lombarde sono di una ulteriore, elevata variabilità del prezzo secondo l’84% degli intervistati. La seconda componente del costo della produzione, che desta particolare tensione da mesi, è l’energia. Il quadro di riferimento delle imprese intervistate è discretamente equilibrato, con un rilievo attribuito alla componente energetica considerato medio per tre imprese su dieci, mente le altre tendono a distribuirsi abbastanza equamente nelle altre categorie di rilevanza. Delio Dalola, presidente Confapindustria Lombardia: «Prospettive con forti criticità nel primo semestre del 2022» «Archiviamo con soddisfazione il 2021 delle Pmi lombarde le quali, in maniera preponderante, hanno fatto registrare fatturato e produzione in crescita, oltre ad una propensione all’investimento. Se si considerano, però, i costi molto elevati dell’energia e del gas metano, la continua difficoltà di reperimento delle materie prime e il ritorno di dinamiche inflative, con i relativi aumenti dei prezzi, le prospettive per i prossimi mesi non nascondono alcuni motivi di preoccupazione per il sistema produttivo delle Pmi. La nostra Associazione, anche attraverso l’estensione del lavoro del Centro Studi per indagini qualitative su scala regionale, fornirà il proprio contributo alle imprese affinché possano operare, con sempre maggiore precisione, piani di controllo di gestione. Si tratta di una programmazione ora più che mai determinante, al fine di agire con consapevolezza in numerosi mercati largamente presidiati da aziende lombarde che potrebbero mantenersi in tensione anche nel prossimo futuro».

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